Gennai Delio

vive a Pisa. Si è diplomato all'istituto statale d'Arte e poi laureato in storia dell'arte contemporanea al Dipartimento di Storia delle Arti all'Università di Pisa.
Nel 1987 ha aperto una galleria, lo Studio Gennai, un’associazione culturale senza scopo di lucro il cui fine è la promozione dell’arte contemporanea.
Dall’’87 sono state organizzate oltre 300 mostre in galleria e sono stati promossi decine di eventi in luoghi pubblici in collaborazione con altre istituzioni culturali, enti pubblici e gallerie. Il lavoro di ricerca di Delio Gennai, a partire dagli anni ’80, ha tratto ispirazione dal patrimonio artistico della città di Pisa, facendo delle decorazioni marmoree di architetture religiose e dei trofei di guerra islamici, conservati in una chiesa pisana(La Chiesa dei Cavalieri di Santo Stefano), il centro propulsore di un nuovo e personale linguaggio. Geometrie, simboli, motti in lingua araba... diventano un alfabeto per comporre nuovi significati, semi di un lavoro di ricerca, in bilico tra astrazione e decorazione, nel quale Gennai procede per substrati, portati via dalla realtà di partenza.
Un nuovo linguaggio fatto di trasparenze, profili, bianco su bianco, profondità originate dal doppio, dal positivo-negativo, piuttosto che l’illusionismo prospettico.
Nel corso degli ultimi anni il vocabolario segnico di Gennai è stato arricchito dalle rappresentazioni grafiche del mondo vegetale tratte da vecchi libri di botanica e genetica.
Piccole installazioni di espositori di vetrini da laboratorio, usati in citologia, che custodiscono un mondo cellulare di garza e carta; cubi-sculture che si schiudono come uno scrigno rivelando al loro interno una superficie intarsiata da una scrittura cubica, o che formano composizioni portando sulle loro facce riproduzioni di cromosomi; libri che si aprono a fisarmonica o sfogliabili, pagina dopo pagina, dove si trovano incasellate, come in un inventario scientifico, segni di un mondo microcellulare o di altra origine.... Scrive Lamberto Pignotti “Delio Gennai impiega nelle sue opere - propendendo così all’iconoclastia - simboli di antiche sacralità islamiche o segni di provenienza
organica, facendo balenare all’occhio del non addetto... similitudini formali di segni lontanissimi tra loro nel contesto.” . Come Artista ha fatto più di 440 mostre, di cui 70 personali.