"Assenze Presenze" F. Calia e T. Pollidori testo di Fiorella Zampini

14/09/2023 al 14/10/2023

"Assenze Presenze" F. Calia e T. Pollidori testo di Fiorella Zampini “Assenze Presenze”
Francesco Calia 
“Ri/Velare”
Teresa Pollidori  “Di spalle”
  Giovedì 14 settembre 2023 alle ore 17,00 a Guarcino (FR), nella Sala Polivalente del MAC.GUARCINO  Museo d'arte contemporanea del piccolo formato,  apre al pubblico “Assenze Presenze doppia personale di Francesco Calia e Teresa Pollidori con testo di Fiorella Zampini.
L’esposizione sarà visitabile fino al 14 ottobre, dal martedì al sabato, previa prenotazione, dalle ore 16,30 alle 19,00.
Una doppia personale di due artisti, uniti dalla condivisa attenzione al sociale, alla ricerca dei modi, dei tempi e dei luoghi in cui si realizza il quotidiano dell’UOMO, inserito ma spesso smarrito nel mondo.
e e sempre più alla mia fantasia. Perciò ho visto con gli occhi della mente, come con gli occhi di altri mi sono sforzata di guardare, due artisti “chattare” su una piattaforma inviolata ed intendersi senza parole per quelle alchimie che inspiegabilmente e meravigliosamente si creano tra persone che hanno il dono di condividere un sentire speciale.
Francesco Calia e Teresa Pollidori hanno tessuto un dialogo tra anime: l’uno ha giocato con i contrasti, con i colori, con le luci e con le ombre, quasi lavorando con lo scalpello dello scultore che toglie, toglie, toglie ancora prima di arrivare alla forma immaginata, anche se a volte non compiuta; l’altra ci ha presentato personaggi/attori di spalle, collocati in modo che riesca arduo comprendere se sia il visitatore a fruire dell’opera nell’immediato o se sia l’opera stessa a parlargli, a suggerirgli pensieri ed emozioni.
Si, suggerire, sub + gerere, rammentare  ad altri e specialmente a bassa voce, per far emergere l’inconscio, costringendo chi osserva a fermarsi, ad essere, ad essere, ad essere in perenne iterazione, quindi a stare, a fermarsi.
Ci sono qui didascalie atte ad illustrare, commentare, aggiungere qualche elemento di conoscenza, cercando magari qualche effetto sonoro o visivo? No, ognuno si lasci guidare,  accompagnare creando un personale paratesto ed eliminando da possibili complicazioni tutte le “plicae”, tutte le pieghe di un messaggio che deve diventare solo suo e che poi potrà essere condiviso. C’è qui anche il terzo occhio dell’artista? No, ci sono mille e mille occhi, ci sono mille e mille emozioni suscitate dalle percezioni visive ma soprattutto sensoriali che vanno a costituire un “unicum” perfetto: la “ri/velazione” si compie così ed ora.
Ma forse resta un alone di mistero, ed è bene che ci sia, prodromo della ricerca di sempre nuovi segni e linguaggi. Ho letto, di recente, un bellissimo articolo di Aldo Cazzullo - “C’è una nuova porta per amare la scienza”- (Corriere della Sera, 27.VIII.2023). Vi è riportato nell’incipit un intervento di Renzo Piano:” Ogni uomo si ferma davanti al mistero, ma qui impara a guardare nel buio.” Tutto è scienza, tutto è sapere, ritengo che non servano altre parole.

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Francesco CALIA nasce a Roma  dove vive e lavora. Nel 1989 articola la propria ricerca, coerentemente con le teorie del gruppo Artmedia, impostandola sulla “amplificazione della memoria” delle immagini mitiche dell’arte occidentale: “…nei margini dell’opera compare, in fotocopia, come memoria e frammento il segno dei padri storici del ‘900: Mondrian, Klee...”. Successivamente l’artista devia dal percorso iniziale della ricerca ponendo l’attenzione sul proprio IO.  Le immagini mediate dalla fotografia e rielaborate attraverso interventi pittorici rappresentano-presentano spazi e situazioni direttamente vissuti, che diventano così luoghi che privilegiano la centralità del quotidiano.
La poetica si incentra su fotografie di luoghi senza profondità di campo, luoghi che potrebbero essere ovunque, quindi appartenere sia alla memoria personale che alla memoria collettiva, e su immagini di figure umane che perdono la loro nitidezza fotografica per diventare forme pittoriche. I momenti fissati dalla fotografia si dilatano in macchie, in forme che non sono più quelle catturate dall’obiettivo; nessuna certezza retinica, ma il senso della rielaborazione operata dal tempo, dalla mente, dal sogno.
 
Teresa Pollidori nata a Caserta, ha formato e sviluppato il suo percorso artistico a Cassino e a Napoli. Ha abitato fino al 2020 a Roma per poi trasferirsi definitivamente a Guarcino (FR).
L’iniziale attenzione alla pittura e alle sue tecniche si è poi rivolta all’approfondimento
prima dei fenomeni fisici della percezione visiva ed in seguito degli automatismi segnici. Negli anni ’90 l’artista approda alla scultura, linguaggio in cui trova la dimensione geometrico-architettonica che esprime attraverso forme e valori minimali. La tematica della spazialità architettonica è costante in tutto il percorso artistico: ancora oggi caratterizza le fotografie digitali rielaborate al computer. Da sempre ha affiancato all’attività personale quella organizzativa di eventi artistici: Nel 1997 fonda “La Biennale del libro d’artista città di Cassino” e dal 2000 al 2020 dirige a Roma il centro di ricerca “Studio Arte Fuori Centro”. Dal 2018 dirige a Guarcino il “Museo d’arte contemporanea del piccolo formato”.