Rosella Restante “Una mappa al giorno” a cura di Marcello Carlino

09/04/2022 al 04/06/2022

Rosella Restante “Una mappa al giorno” a cura di Marcello Carlino Una mappa al giorno
Testo di Marcello Carlino
 
Un telaio, con trame in leggerezza di fiocchi di cotone, come nuvole disposte al movimento, costituisce sul terzo lato, frontale allo spettatore che entra, un diaframma il quale però non fa pieno ostacolo alla vista, cosicché nasconde e insieme rivela. Postazione di confine, limite e tuttavia valicabile, che accenna ad un “di là” rispetto al luogo circoscritto della mostra, e che comunque tira in gioco un altrove, la quinta di scena, stagliata sullo sfondo, sostanziandosi di concretezza materica e dilatando lo spazio, tiene dell’installazione e suggerisce, al contempo, che il genere è misto, la bidimensionalità dei cartoncini di disegni a parete, sulla sinistra e sulla destra, rifrangendosi nella tridimensionalità della struttura che sta sulla soglia e della soglia configura la funzione ideale, il senso. Per giunta la stessa logica combinatoria, che si intende alla base della distribuzione dei fogli di grafica, e che ne ammette un assetto potenzialmente variabile, è segnale di una commistione di generi, per interazione, che può ulteriormente progettarsi, prodursi. La stanza in cui le opere sono contenute e che include schiuse, feritoie d’uso per l’occhio, ovvero spiragli di possibili sconfinamenti, suggerisce con il suo allestimento un dialogo tra ciò che è l’a sé dell’arte, plateau del suo specifico raffermarsi in forma, e ciò che è oltre, prima o dopo il darsi dell’arte.
Rosella Restante sceglie, di fatto, la filosofia e lo stile del dialogo e, quel che è del dialogo, fa risuonare più voci. Anche in questa chiave le opere qui fanno concerto e il loro è un rapporto ispirato alla musica; del resto, sui modi della mise en abîme, si enucleano talora profili eventuali di uno spartito, di un diagramma di onde sonore.
Tra similarità e differenze, i disegni di una parete dialogano con i disegni dell’altra: questi rinunciando a linee di confine, quelli ingrossandoli fino al nero di strisce inscatolanti, di morse detentive; questi prorompendo senza argini nel silenzio dei bianchi; quelli in contrappunto strutturandosi secondo un ordine che suppone la possibilità di un organico legarsi; questi del genere della parole, quelli del genere della langue, volendosi adoperare definizioni di teoria del linguaggio che nella circostanza appaiono particolarmente opportune.
Ma sono pure voci modulate per variazioni, e volta a volta specchiate in controcanto, armonizzate: la continuità e la discontinuità dei segmenti, la polverizzazione in sciami puntiformi dei segni e il loro rastremarsi in linee, l’interezza e la frammentazione, l’avvitamento vorticoso inabissante e la risalita dal profondo con l’emersione in superficie, la pienezza del tratto e il suo assottigliamento filiforme fino allo sfrangiamento, mentre un modulo geometrico rosso sta nel perimetro e poi si sposta sui confini per fuoriuscire, in ultimo, dal contesto determinato dall’incontro e dall’incrocio delle linee, in tale maniera reiterando in scala la dialettica, suggerita dall’installazione sulla soglia, tra lo spazio dell’arte e l’altrove.
Le mappe del resto sono fatte in previsione di possibili terre lontane da raggiungere o registrano piccoli movimenti vicini, costeggianti; sono auscultazioni e riporti di tragitti compiuti o progettano tragitti verso luoghi che stanno nei sogni, magari verso un’isola che non c’è; e il viaggio, di cui la mappa è una proiezione, può essere un ritorno che accenna nondimeno ad una nuova partenza, che apre altre vie, vie future ad una memoria ritrovata. Giorno dopo giorno le mappe sono tracce, tracce variate di un percorso compiuto, di un percorso da compiere. Nell’arte e fuori dell’arte, nella vita.
Italo Calvino legava la scrittura del racconto al possibile e vi insediava i valori relazionali dell’uno e del molteplice. Ad essi sembra rifarsi l’arte di Rosella Restante, sempre intonata alla ricerca di un equilibrio armonico, alla nettezza del segno, all’eleganza.